Si è conclusa ieri la XIII edizione del Premio Caponnetto, che ha visto la partecipazione di oltre 300 studenti e insegnanti nella prima parte della giornata, svoltasi al Teatro Mauro Bolognini, e di numerosi cittadini presenti alla cerimonia di premiazione nel pomeriggio, in Sala Maggiore del Comune di Pistoia.
È stata una giornata importante, in cui le parole e le testimonianze dei tre premiati – Daniela Rombi, Antonino De Masi e Giovanni Impastato – si sono intrecciate con gli interventi dei giornalisti Pietro Comito e Francesco Bertolucci, accompagnate dalla grande attenzione ed emozione dei ragazzi e dei cittadini presenti ai due momenti.
Il Premio Caponnetto rappresenta un appuntamento significativo per Fondazione Un Raggio di Luce, il Centro di Documentazione e di Progetto Don Milani e Libera Pistoia, poiché consente di dar luce a coloro che si battono quotidianamente per la giustizia, la verità e la legalità, nel solco dell’impegno portato avanti e sostenuto dal giudice Antonino Caponnetto.
A testimonianza di questo, pubblichiamo l‘intervento del presidente della Fondazione Un Raggio di Luce, Paolo Carrara, pronunciato ieri pomeriggio durante la cerimonia di premiazione:
"Buonasera e benvenuti/e alla XIII edizione del premio Antonino Caponnetto per la cultura della legalità, saluto tutte le autorità presenti, i relatori e soprattutto i premiati e i loro accompagnatori, alcuni dei quali hanno fatto un lungo viaggio per essere qui con noi stasera.
Ringrazio anche tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione del premio e in particolare la Regione Toscana, rappresentata dalla Vicepresidente Mia Diop, la Provincia di Pistoia, rappresentata dal Presidente Luca Marmo e RAI Toscana nella persona del Direttore Giovanni Iannelli, che stamattina era presente al teatro Bolognini, per il loro patrocinio, il Comune di Pistoia rappresentato dalla Vice Sindaco Annamaria Celesti per la compartecipazione e per ospitarci in questa bellissima sala e infine il Consiglio Regionale della Toscana e Mutua Alta Toscana per i loro contributi.
Come sapete il premio Caponnetto inizia al mattino al teatro Bolognini, dove questa mattina c’è stato l’incontro con i ragazzi delle scuole superiori ed è stato presentato lo spettacolo teatrale “Il ribelle – Peppino Impastato”, interpretato dall’attrice pistoiese Gaia Perretta, ispirato alla storia di Giuseppe Impastato che denunciò ripetutamente la mafia e i suoi capi e per questo fu ucciso il 9 maggio 1978.
Siamo qui per ricordare un grande italiano, Antonino Caponnetto, che, ricordo, nel 1983 chiese ed ottenne di essere trasferito in Sicilia per sostituire il Giudice Rocco Chinnici ucciso dalla mafia. A lui dobbiamo la costituzione del pool antimafia con Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta e il maxi processo, in cui per la prima volta la mafia fu messa sotto accusa come organizzazione e i suoi capi condannati in via definitiva.
Ispirati dalla sua vita, dai suoi valori e insegnamenti abbiamo istituito questo premio insieme al Centro Don Milani di Pistoia e a Libera Pistoia: valori e insegnamenti di cui c’è un grande bisogno.
Viviamo tempi che possiamo definire non duri e difficili, ma drammatici, terribili, tempi in cui il Presidente di quella che si autodefinisce la più grande democrazia del mondo, ma credo che siano sempre meno quelli che ci credono, riceve il Re di uno Stato arabo, mandante riconosciuto dell’omicidio di un giornalista dissidente e liquida l’episodio come “cose che succedono, non piaceva a molte persone”. Tempi in cui un Ministro della Repubblica, intervistato sulla guerra, meglio sul genocidio, che Israele ha portato avanti contro il popolo palestinese dichiara che “il diritto è importante fino a un certo punto”. Tempi in cui un assassino, torturatore e stupratore viene liberato e riaccompagnato a casa su un volo di Stato pagato da tutti noi cittadini italiani e di questo mi vergogno profondamente.
Ecco noi siamo qui, il premio Caponnetto è qui per dire che no, non sono cose che succedono, sono omicidi di un potere che non sopporta chi la pensa in modo diverso. Siamo qui per dire che il diritto conta sempre e completamente, non fino a un certo punto, che poi chi è che stabilisce fino a quale punto? Anche la mafia rispetta il diritto, fino a quando decide che è contro i propri interessi e allora lo mette da parte come carta straccia.
Siamo qui per dire che non ci potrà mai essere nessuna valida ragione per cui assassini, torturatori e stupratori debbano essere rimessi in libertà.
Sono questi i principi che Antonino Caponnetto ha sempre portato avanti, quegli stessi principi che hanno ispirato la vita di Daniela Rombi, Antonino de Masi e Giovanni Impastato, persone che con le loro scelte di vita, spesso pagate a caro prezzo, ci danno un esempio di come, con coraggio e determinazione, si possano difendere i diritti delle persone e ci dicono che la legge è uguale per tutti, persone comuni o potenti, semplici cittadini o stati e governi.
Conferiamo quindi il premio Antonino Caponnetto 2025 a Daniela Rombi, Presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio e soprattutto mamma di Emanuela, morta a soli 21 anni a seguito dell’esplosione che il 29 giugno 2009 causò la morte di 32 persone, che da anni lotta per avere giustizia; ad Antonino de Masi, imprenditore calabrese che si è opposto alla ndrangheta subendo attentati e che è stato costretto, insieme alla sua famiglia, a vivere sotto scorta; a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista e attivista ucciso dalla mafia a soli 25 anni nel 1978, che da allora porta avanti le battaglie del fratello nel nome della legalità e verità: li ringrazio a nome di tutti gli italiani e vi invito ad applaudirli calorosamente.
Dobbiamo essere riconoscenti verso Daniela Rombi, Antonino de Masi e Giovanni Impastato perché sono un esempio e in un periodo così brutto come l’attuale ci danno speranza, ci confortano e ci fanno capire che è possibile un mondo diverso, in cui la difesa della dignità e della legalità possa essere un valore comune condiviso da tutti.
A loro tutti e anche ai loro familiari va la nostra riconoscenza e il nostro ringraziamento, perché hanno agito seguendo la propria coscienza ma lo hanno fatto anche per tutti noi.
Infine non mi rimane che darvi appuntamento per il prossimo anno alla XIV edizione del premio Antonino Caponnetto per la cultura della legalità.
Grazie"
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