Spesso si pensa che in Burkina Faso la gente muoia di fame, ma è vero solo in minima parte. Le vere piaghe sono la malnutrizione e l’insicurezza alimentare, non sempre dovute alla penuria di mezzi e di alimenti. Le donne, le popolazioni rurali non necessariamente hanno le conoscenze per la preparazione degli alimenti da dare ai bambini. Accade allora che le mamme diano ai bambini una zuppa priva di sostanze nutrienti, praticamente l’acqua di cottura del miglio.
Ivette, 22 anni, è una delle 2428 donne ‪del villaggio di Dissin in Burkina Faso ‪a cui abbiamo insegnato a preparare la bouillie, la farinata, che in sole due settimane di somministrazione può contribuire a risolvere i casi meno gravi di malnutrizione infantile, mentre in un mese può assicurare un effetto più duraturo.
In Burkina Faso, 499.000 bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta e solo l‘11,4% dei bambini sotto i 2 anni è adeguatamente nutrito. Solo nel 2014 il 40% dei casi di mortalità infantile è associato alla malnutrizione. Ad oggi 1.5 milioni di bambini sono a rischio di insicurezza alimentare e 350.000 hanno bisogno di assistenza immediata (WFP 2015). L’insorgere e il perdurare della patologia - che oltre a mettere in pericolo la vita dei bambini piccoli, ritarda il loro sviluppo psicologico e mentale limitando le opportunità di vita - sono dovuti anche a cattive pratiche igieniche, disinformazione e un accesso limitato al servizio sanitario di base, la cui qualità lascia molto a desiderare.
Il progetto di prevenzione della malnutrizione di Fondazione Un Raggio di Luce Onlus viene realizzato nei tre comuni di Yalgo, Koumbri e Dissin nella parte nord-est del Burkina Faso. Le attività consistono in cicli di formazioni e animazioni durante i quali si insegna alle donne a riconoscere i primi segni di malnutrizione e a preparare, con ingredienti locali rispettosi dei prodotti stagionali vari tipi di farinate a base proteica o indicate per il trattamento della diarrea. Dopo la “lezione di cucina” viene il lavoro più duro, ossia assicurarsi che le donne proseguano l‘attività nel tempo. Vengono creati "gruppi farinate" di mamme che condividono questa esperienza, formati animatori che vadano nei villaggi a spiegare come si fa ed infine si insegna loro a creare e gestire una cassa comune e a tenere un diario dell’esperienza.
Spesso si pensa che in Burkina Faso la gente muoia di fame, ma è vero solo in minima parte.