Il Comitato Organizzatore del Premio Antonino Caponnetto per la Cultura della Legalità ha deciso di rinviare la Cerimonia di Premiazione della X Edizione del Premio a data da destinarsi. Una decisione per evitare ogni rischio di contagio e per consentire, in una data futura, la serena partecipazione di tutti i premiati e di tutti gli ospiti.

Tuttavia, il 2020 è un anno importante poiché ricorre il centenario della nascita del giudice. Per questa ragione, nel giorno in cui si sarebbe dovuto svolgere il Premio, le organizzazioni che lo promuovono, ossia la Fondazione Un Raggio di Luce Onlus e il Centro di Documentazione e di Progetto Don Lorenzo Milani di Pistoia e la Fondazione Antonino Caponnetto di Firenze, desiderano ricordarlo. Vogliamo far arrivare anche quest’anno il messaggio che, ad ogni edizione del Premio il 6 dicembre, parte da Pistoia per onorarne la memoria e diffondere la cultura della legalità tanto cara al giudice.

Tutto cominciò nel 1983 quando a Palermo la mafia uccide il consigliere istruttore Rocco Chinnici con un attentato. Caponnetto chiede e ottiene di essere trasferito dal Csm nel capoluogo siciliano per sostituirlo. Qui fonda e dirige il «pool antimafia», nel quale chiama a collaborare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Caponnetto riesce infine ad istruire il maxiprocesso alla mafia nel 1986 diventando così un simbolo ed una vera e propria icona della lotta alla criminalità organizzata. Una persona umile ed intelligente che, anche dopo aver messo la toga in un armadio  nel 1990, continuò a diffondere la cultura della legalità andando nelle scuole di tutta Italia per incontrare i ragazzi, sino alla sua scomparsa nel 2002.

Caponnetto sottolineava:

La mafia teme più la scuola che la giustizia

La mafia prospera nell’ignoranza e la scuola è allora il nemico principale … Ecco allora il compito primario della scuola, a mio avviso, deve essere quello di allargare la mentalità dei giovani, non soltanto di “svolgere il programma”… E’ ancora più alta, ancora più nobile, la missione dell’insegnante: questo formare intere generazioni, questa capacità, che deve avere l’insegnante, di aprire gli occhi al giovane e dirgli quale società andrà a incontrare, quali difficoltà, quali piaghe essa presenta … Imposterei la scuola in modo completamente diverso, come comunità di vita.

Rifiutare i compromessi, esigere i diritti!

Rifiutate i compromessi, siate intransigenti sui valori. Convincete con amore chi sbaglia. Rifiutate il metodo del “saperci fare”, questo vezzo italiano della furbizia. Non chiedete mai favori o raccomandazioni. Questo è un ammonimento importante. La Costituzione e le leggi vi accordano dei diritti, sappiateli esigere. Chiedeteli, esigeteli con fermezza, con dignità, senza piegare la schiena, senza abbassarvi al più forte, al più potente, al politico di turno. Dovete esigerli! Questo è un imperativo che deve sorreggere tutta la vostra vita. Abbiate sempre rispetto della vostra dignità e difendetela.

Difendete il vostro futuro!

Vorrei soltanto lanciarvi un’ultima esortazione, quella di amare la vita … andate incontro alla vita con fiducia. Cercate di non tradire voi stessi e fate in modo che non vi derubino del vostro futuro. Costruitelo con le vostre mani, con il vostro impegno, con la vostra sensibilità, con la vostra intelligenza, con il vostro amore.

Legalità significa rispetto della persona umana

Legalità che vuol dire, non dimentichiamolo mai, rispetto della persona umana. Rispetto della persona umana, chiunque sia. Della persona umana che io mi vedo passare accanto. Da qualunque posto venga. Abbiamo il dovere di dare accoglienza a questa gente che viene in Italia alla ricerca disperata di lavoro. Con un grosso rispetto. Porre la persona umana al centro dell’universo. Ecco quello che io credo essere il senso profondo della legalità.

Rifiutare l’indifferenza e rispettare le regole

L’indifferenza, questo grande nemico della vostra crescita, questo grande nemico del vostro avvenire… Le regole sono delle risorse, delle risorse di creatività, di socialità , di organizzazione della propria vita, del proprio futuro….

Antonino Caponnetto si rivolgeva alle giovani generazioni, agli studenti, consapevole di poter essere un esempio e li esortava a vivere in maniera corretta, a non accettare compromessi. Ed ancora oggi Caponnetto ci invita a non piegarci al più forte ad esigere i nostri diritti con fermezza e dignità.  

<<In questi giorni, in cui ai problemi di salute e sicurezza si aggiungono, purtroppo, nuovi episodi di intolleranza, è doveroso ricordare l’azione e l’impegno del giudice Caponnetto. Il tema della legalità rimane centrale per le sfide che siamo chiamati ad affrontare, a cominciare dalla lotta per una società più giusta ed equa, in cui tutti i cittadini siano uguali e possano usufruire dello stesso sistema di diritti e doveri. Penso in particolare alle donne, alla comunità lgbt e a tutti quei “diversi” che per il giudice erano solo persone, persone da rispettare, chiunque esse fossero e da ovunque venissero>> afferma Paolo Carrara, presidente della Fondazione Un Raggio di Luce Onlus.

<<Ricordare Caponnetto oggi significa combattere. Combattere contro la mafia in un momento, anche ma non solo a causa della pandemia, in cui è sempre più forte>> dichiara Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto.

<<Gli insegnamenti del Giudice sono ancor più di attualità in questa emergenza pandemica, sul piano educativo per tutta la società civile, ma in particolare per i giovani, che purtroppo, a causa della chiusura delle scuole, sono privati di un punto di riferimento fondamentale per la loro formazione. Le sue parole rappresentano con forza valori ineludibili nella costruzione di una cultura della cittadinanza attiva e dei diritti di prossimità umana>> sostiene Mauro Matteucci, referente del Centro di Documentazione e di Progetto Don Lorenzo Milani di Pistoia.